Calcare e durezza dell’acqua di rubinetto

Calcare e durezza dell’acqua di rubinetto

La cosiddetta “durezza” è una caratteristica che definisce la presenza di ioni Calcio e ioni Magnesio nell’acqua. Si esprime come mg di carbonato di calcio presenti in un litro d’acqua, ed è tra i valori inclusi nel D.Lgs. 31/2001, relativo alla qualità delle acque destinate ad uso umano.

Calcio e Magnesio sono dei minerali essenziali per le nostre funzioni vitali: il nostro organismo non è infatti in grado di sintetizzarli autonomamente e quindi il cibo e l’acqua rappresentano le principali fonti di approvvigionamento.

 

Gli aspetti positivi di calcio e magnesio

E’ risaputo che il calcio è un elemento fondamentale per la salute delle ossa, ma ha anche molte altre importanti funzioni, per esempio:

•          interviene nelle attività del sistema muscolare e di quello nervoso

•          interviene nell’attivazione ormonale e nella coagulazione del sangue

•          attiva alcuni enzimi

 

Anche il magnesio è un nutriente vitale:

•          interviene in processi metabolici per la biosintesi dei lipidi, delle proteine e degli acidi nucleici

•          regola i trasporti attraverso le membrane cellulari

•          partecipa all’impulso nervoso

•          influisce in alcune funzioni psichiche

 

Secondo l’OMS l’acqua potabile fornisce dal 5 al 20% del fabbisogno di calcio e magnesio giornaliero, quindi il contenuto di calcio e magnesio dell’acqua del rubinetto all’interno dei limiti di sicurezza non rappresenta un rischio per la salute.  Al contrario, proprio per le svariate proprietà di questi ioni, diversi studi dimostrano che l’utilizzo di acqua più dura è risultato benefico ai fini della protezione del sistema cardio-vascolare.

 

Aspetti negativi dell’acqua “dura”

Parlando di acqua dura o dolce si pensa subito al contenuto di calcare e all’impatto negativo sui nostri elettrodomestici.  Vediamo nel dettaglio quali sono i rischi di un’acqua troppo “dura”:

•          minore resa dei saponi ed efficacia “dell’effetto pulente”

•          possibile formazione di depositi di calcare

•          corrosione e occlusione di tubature

•          depositi in piscine

•          funzionamento non ottimale degli elettrodomestici

•          depositi che possono favorire la formazione di pellicole batteriche

•          calcoli renali in caso di assunzione prolungata di acqua calcarea

 

 

Il sapore dell’acqua

La concentrazione di calcio e magnesio condizionano anche il sapore dell’acqua. Questo aspetto non va sottovalutato in quanto le caratteristiche organolettiche in termini di sapore e odore dell’acqua determinano il gradimento del consumatore.

Il Ministero Italiano della Salute riporta che il contenuto di minerali nelle diverse acque di rubinetto è estremamente variabile in funzione dell’origine della risorsa idrica e dei trattamenti che l’acqua subisce nel corso della potabilizzazione e distribuzione.

In generale, le acque italiane, per più dell’85% di origine sotterranea, anche quando sottoposte a trattamenti di potabilizzazione, contribuiscono ad apportare quantità apprezzabili di alcuni minerali come risultato di fenomeni naturali di cessione da rocce e terreni a contatto con l’acquifero, ad esempio, calcio, magnesio, fluoro, ferro, manganese, zinco, iodio, selenio, zolfo, fosforo, potassio. In alcuni casi, le risorse idriche di origine potrebbero essere miscelate in fase di distribuzione con acque di altra natura, anche superficiali, generalmente meno ricche di elementi minerali, e la composizione dell’acqua di rubinetto può quindi risultare più o meno stabile nel tempo. I dati indicano una notevole variabilità dei contenuti, che peraltro potrebbero differenziarsi sensibilmente anche nello stesso comune a seconda delle modalità di distribuzione idrica.

 

Come comportarsi?

Non ci rendiamo conto di quanta acqua del rubinetto consumiamo ogni giorno. Vista la variabilità dell’acqua nella composizione dei sali minerali, avere una maggiore consapevolezza sulla durezza dell’acqua che arriva alla nostra utenza potrebbe aiutarci ad agire al meglio, per esempio usando appositi “addolcitori” - ma solo se necessario - in modo da sfruttare anche l’aspetto benefico dei sali disciolti.

 

 

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