Filtri, depuratori e addolcitori, quando servono?
L’acqua che arriva nei nostri rubinetti fa funzionare molti elettrodomestici, viene a contatto con i nostri oggetti di uso quotidiano, con i vestiti, con la nostra pelle ed è uno dei nostri principali alimenti. E’ comprensibile quindi che sia fonte di interesse e di preoccupazione per molti, e che oggigiorno si pretenda di essere sicuri della qualità e della salubrità dell’acqua erogata nelle nostre abitazioni. In molti pensano che per essere ancora più sicuri dell’acqua potabile sia importante installare dei sistemi di filtraggio o depurazione domestica che ne migliorino le caratteristiche e fermino alcuni contaminanti indesiderati.
Sistemi filtranti, depuratori o addolcitori?
I filtri per l'acqua sono tutti i dispositivi che possono filtrare e rimuovere i contaminanti dall'acqua; spesso la parola “depuratori” viene usata proprio per indicare questi sistemi, che possono basarsi su diversi tipi di approcci: chimici, fisici, barriere meccaniche… Gli addolcitori d'acqua sono un tipo di filtro che ha lo scopo preciso di rimuovere i minerali che la rendono dura, quindi agiscono in particolare sulla presenza di Calcio e Magnesio. Pertanto, il termine "filtro per l'acqua" comprende una gamma molto ampia di prodotti che include gli addolcitori, ma spazia anche verso sistemi che svolgono funzioni di purificazione dell'acqua completamente diverse.
E’ necessario “depurare” l’acqua del rubinetto?
La maggior parte dell’acqua utilizzata a scopo potabile in Italia deriva da fonti sotterranee. La falda acquifera è ricca di sali minerali utili per l’alimentazione umana e, grazie alla sua natura, ha essa stessa degli agenti “filtranti”. La filiera di distribuzione è ben strutturata e regolata da norme, elaborate in ambito europeo e recepite sul territorio nazionale, finalizzate a garantire nel tempo un elevato livello di protezione della salute umana. Oggi i gestori dei sistemi idrici devono garantire, attraverso controlli periodici, il rispetto dei parametri microbiologici, chimici e fisici previsti dal Decreto Legislativo 31/2001. La nuova direttiva europea 2020/2184 che sostituirà fra qualche anno il Decreto 31, prevede il monitoraggio di ulteriori nuovi parametri considerati inquinanti “emergenti”, ed inoltre chiede ai gestori di affrontare la questione “sicurezza dell’acqua” attraverso l’istituzione di Water Safety Plan (piani di sicurezza dell’acqua). I Water Safety Plan, introdotti formalmente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2009 e adottati in Italia dall’Istituto Superiore di Sanità, prevedono una valutazione del rischio che si basa sulla geologia, sulla geografia e sulla storia industriale (o sulle possibili contaminazioni) specifica di ogni sito, garantendo un monitoraggio dei parametri veramente significativi per ogni territorio. Fatte salve alcune circostanze, in genere limitate in termini temporali e territoriali, per le quali possono verificarsi non conformità, l’acqua erogata è assolutamente sicura dal punto di vista sanitario. Anche in caso di valori accidentalmente “fuori norma”, vengono disposte temporanee limitazioni d’uso delle acque con adeguate azioni informative sulle popolazioni interessate.
A cosa può servire intervenire sull’acqua a livello domestico?
Un filtro non aiuta a rendere l’acqua più sicura, ma può eliminare alcuni composti che possono influire negativamente sulla qualità percepita. Stiamo parlando di elementi che la possono rendere meno gradevole a livello organolettico, oppure della “durezza dell’acqua”: se troppo calcarea, l’acqua potrebbe a lungo termine essere dannosa per gli elettrodomestici, per esempio.
Si tratta di trattamenti che non influiscono sulla potabilità, ma “di affinamento”.
Quando è necessario installare un filtro?
Nessuno può dirvelo a meno che non abbia tra le mani l’analisi dell’acqua del vostro rubinetto e non conosca le vostre esigenze specifiche. Le caratteristiche dell’acqua possono variare a seconda della zona e del momento, ma il gestore la eroga sempre e comunque sempre nel rispetto dei criteri stabiliti dalla legge. Potrebbero esserci variazioni dovute allo stato delle tubature dall’allaccio alla rete pubblica al rubinetto.
Il Ministero Italiano della salute nelle sue linee guida sottolinea che un’appropriata conoscenza della “propria” acqua di rubinetto, anche in relazione ai diversi utilizzi domestici”, permette di decidere come agire. E’ anche compito del produttore o distributore serio informare i consumatori per valutare l’eventuale opportunità e orientare l’eventuale scelta sulla specifica apparecchiatura di trattamento che propone.
Il focus sugli “utilizzi ed esigenze specifiche” non è casuale. Va valutato se seriamente la durezza dell’acqua costituisca un problema per le proprie attività casalinghe: un apporto bilanciato di calcio e magnesio dall’acqua come alimento è indispensabile al nostro organismo, quindi, l’installazione di un addolcitore -valutate le nostre abitudini alimentari e di consumo dell’acqua - potrebbe non costituire un beneficio per la salute.
Eventuale scelta del sistema e manutenzione
Gli addolcitori d'acqua agiscono sulla durezza quindi, se si hanno altri problemi con l'acqua, ad esempio la clorazione o la colorazione del ferro, è necessario prendere in considerazione l'idea di optare per un filtro che tratti quei problemi specifici.
È necessario inoltre essere informati e consapevoli riguardo l’installazione, la manutenzione e l’impiego dei dispositivi, a garanzia della sicurezza ed efficienza d’uso dell’apparecchiatura e della qualità delle acque trattate, con alcuni riferimenti a specifici aspetti da tenere sotto controllo per le diverse tipologie di trattamento.
A titolo di esempio: la scarsa igiene, cura e sostituzione dei filtri – anche banalmente quelli delle caraffe filtranti - può causare proliferazione di colonie batteriche, ottenendo così l’effetto contrario a quello per cui si è deciso di installare tale dispositivo.