Prodotti dell’orto sì, ma in sicurezza!

Prodotti dell’orto sì, ma in sicurezza!

Nel 2009 la first lady Michelle Obama fu costretta a rinunciare al suo orto biologico a causa del fatto che il terreno della Casa Bianca scelto per la coltivazione risultò inquinato da piombo.

In quel caso si parlò di una errata concimazione, effettuata negli anni precedenti, con fanghi contaminati; in effetti la concentrazione troppo alta di metalli pesanti in un terreno potrebbe non essere una situazione così inconsueta.

 

Le fonti di contaminazione dei terreni

La deposizione di metalli pesanti nel suolo può provenire da inquinamento atmosferico: emissioni dagli impianti di riscaldamento, fumi di impianti produttivi e di combustione, traffico veicolare.

Anche la concimazione del terreno può essere una fonte di immissione di metalli pesanti: concimi, insettici o funghicidi spesso ne contengono.

I metalli che in genere sono responsabili dell’inquinamento del terreno sono: cadmio, cromo, rame, nichel, piombo, zinco.

Gli elementi che influiscono sulla concentrazione dei metalli sono comunque in generale sia naturali che antropici: dipende infatti dai costituenti metallici originari delle rocce, dalla “storia” del terreno (l’avvicendarsi di colture piuttosto che di trattamenti a cui è stato sottoposto in passato) e sicuramente anche dall’inquinamento.

Ci sono casi di orti che, a seguito di un’analisi, si sono riscontrati essere molto inquinati da metalli pesanti, ma apparentemente senza ragioni storiche particolari e senza fonti emissive vicine: spesso la causa di queste situazioni in aree non urbanizzate e non industrializzate è il trasporto atmosferico degli inquinanti, anche a grandi distanze. I metalli pesanti, una volta arrivati a terra, si depositano e si legano alle sostanze minerali presenti nel suolo.

 

La sicurezza dei prodotti dell’orto

L’orticoltura è un passatempo piacevole che può dare molte soddisfazioni. E’ senza dubbio che se i terreni sono contaminati, la salubrità di ciò che mangiamo viene messa a rischio.

Piombo, mercurio, rame, zinco, cadmio, nichel e ferro sono alcuni dei metalli pesanti più comuni che presentano un pericolo per la catena alimentare.

Gli ortaggi e le piante in genere, tendono ad assorbire e ad accumulare in radici, fusto e foglie le sostanze che trovano nel terreno, non a caso vengono utilizzate anche nella depurazione dei suoli contaminati, attraverso una pratica nota come phytoremediation, fitodepurazione.

 

Fitodepurazione: una forma antica di disinquinamento

La fitodepurazione ha una storia lunga: ne sono esempio le fasce riparie, dette fasce “tampone”, insiemi di piante arboree, arbustive o erbacee che si trovano tra i corsi d’acqua e i campi coltivati. In queste piante si è notata la capacità di intercettare l’eccesso di nutrienti provenienti dalla concimazione dei campi, impedendo che questi finissero nei corsi d’acqua vicini.

Oggi la fitodepurazione viene applicata in diversi contesti, sfruttando proprio questa proprietà dei vegetali di togliere e ritenere vari tipi di sostanze che nell’ambiente potrebbero risultare inquinanti.

 

L’importanza dell’analisi dei terreni da destinare a orto

Chiaramente i vegetali che hanno accumulato i metalli pesanti non sono adatti per l’alimentazione umana. I metalli in piccole concentrazioni sono naturalmente presenti, ma sopra una certa soglia sono tossici. Le piante che si trovano su terreni contaminati possono accumulare i metalli in diverse parti della loro struttura, comprese le foglie o altre parti che solitamente vengono utilizzate a scopo alimentare.

Se si ritiene che i terreni su cui si vuole fare orto possano contenere sostanze problematiche o si nutrono dei dubbi sulla storia passata dell’area, è opportuno eseguire una analisi per la ricerca dei metalli pesanti nel terreno.

 

Il supporto agronomico

I dati che si ottengono dall’analisi del terreno sono molto informativi, in particolare, per la presenza dei metalli pesanti, è possibile fare un confronto con le concentrazioni normalmente presenti in natura per capire se si è di fronte a un reale inquinamento.

Interpretare una analisi del terreno però significa valutarne i risultati per stabilire se sono adeguati alla coltivazione di interesse. Un agronomo è la persona più indicata per dare questo tipo di informazione ed eventualmente spiegare valori alterati di metalli pesanti.

In genere egli si basa su valori guida, “ottimali” e li confronta con i risultati ottenuti tenendo conto della composizione mineralogica delle rocce che hanno dato origine al terreno, le proprietà chimiche degli elementi e sostanze originarie, l’avvicendarsi storico degli utilizzatori del terreno – se conosciuto – e l’eventuale minaccia costituita da una fonte di inquinamento nelle vicinanze.

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